lunedì 16 dicembre 2013

una questione che sfida?


Alcuni lettori ci hanno chiesto cosa ne pensiamo "dell'uso di sfidante nel senso di ‘qualcosa che pone delle sfide’" nelle espressioni obiettivo sfidante o incarico sfidante. Recentemente anche Samantha Gasparelli si è rivolta alla nostra pagina Facebook chiedendo se l’espressione progetto sfidante sia corretta.
Su questo incipit, l’Accademia della Crusca tenta in questo post di analizzare le sfaccettature della parola ed i suoi utilizzi, paventando peraltro una possibile “affermazione nella lingua italiana” del termine, al momento non registrato nei vocabolari.

La premessa è che non è una questione di rigore dottrinale o di purismo linguistico. Nessuno si sognerebbe di dire che ha scritto un articolo sul proprio diario elettronico nell’inter-rete. E anche quando non si tratta di cose o concezioni nate altrove, nessuno si sognerebbe di rinunciare ad un termine prestato da un lingua straniera che arriva dritto al punto, in grado di tagliare ridondanze o perifrasi: tra “che invidiabile aplomb!” e “che invidiabile comportamento disinvolto/controllato/sicuro!” cosa direste?

La questione casomai è che esiste una quantità di parole italianizzate dall’inglese dozzinali e di dubbio gusto. Che la ‘d’ eufonica della congiunzione ‘o’, in confronto, è una raffinatezza. Per quanto si disquisisca sull’integrazione di un termine, ‘sfidante’, cercando di connettere i suoi usi quotidiani al verbo di partenza, ‘sfidare’, rimane un termine tradotto (challenging). E’ una forzatura perché la giustificazione del termine tramite il verbo, sulla base dei significati che assumerebbe nel quotidiano, è un percorso a ritroso. E’ l’imbucata ad una festa in cui non si è stati invitati, oltre che anche la sottomissione dell’italiano. 

Solo nell’inglese ‘sfidante’ assume la gamma di significati che in italiano sono tradotti con impegnativo, oneroso, arduo, gravoso, laborioso, stimolante. Ma indovinate che c’è. Utilizzare ‘impegnativo’ o ‘stimolante’ in italiano non è indifferente, a meno che non assumiate che una cosa impegnativa è per forza stimolante (e viceversa). Il concetto insito al verbo ‘sfidare’ ed al sostantivo ‘sfida’ non ha un’estensione del genere, tutt’al più implica uno scontro, un ostacolo da superare o un problema di difficile soluzione. Per ogni possibile uso – improprio – di ‘sfidante’, esiste una parola più incisiva ed elegante per esprimere il concetto, anziché piallarlo. 

Il che rimanda al fatto che l’evoluzione di una lingua è quella della sua popolazione. Aldilà dei ritmi di vita che forse impongono una comunicazione più veloce rispetto al passato, forse è anche il caso di ricordare che in Italia 3 adulti su 4 si trovano al di sotto del livello minimo di comprensione nella lettura di un testo di media difficoltà. Mentre solo il 20% possiede le competenze minime «per orientarsi e risolvere, attraverso l’uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita sociale quotidiana». Che è forse il motivo per cui qualcuno potrebbe chiedersi perché 75% e 20% non fa 100%.

Nessun commento: